I farmaci antitumorali: Epirubicina e Ciclofosfamide

I farmaci antitumorali: Epirubicina e Ciclofosfamide

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Oggi parleremo di una terapia oncologica costituita da due farmaci: epirubicina-ciclofosfamide.
Cos’è? Come funziona? Cosa dobbiamo assolutamente sapere? Scopriamolo!
Questa terapia combinata, conosciuta anche con la sigla EC, è utilizzata in alcuni tumori della mammella con lo scopo di aumentare la possibilità di guarigione.
È un trattamento efficace e generalmente ben tollerato.
Questa terapia antitumorale consiste nella somministrazione di due chemioterapici: epirubicina e ciclofosfamide.
Entrambi questi farmaci agiscono legandosi al DNA delle cellule del tumore, danneggiando così dall’interno queste cellule e causandone la distruzione. Questo meccanismo d’azione è risultato estremamente efficace contro vari tumori della mammella.
Per completezza, segnalo che a volte l’epirubicina può essere sostituita con un chemioterapico chiamato adriamicina o doxorubicina.
Questi farmaci sono molto simili, sia per quanto riguarda l’efficacia che per i possibili effetti collaterali. Qui vi parlerò dell’epirubicina perché, tradizionalmente, è più la più utilizzata in Italia.
Come viene somministrata questa terapia?
Sia l’epirubicina che la ciclofosfamide vengono somministrate per vena ogni 2 o 3 settimane per 4 volte in tutto, per un tempo complessivo di trattamento di circa 2 – 3 mesi. Questo trattamento può essere effettuato prima o dopo l’intervento chirurgico di asportazione del tumore della mammella e, spesso, viene preceduto o seguito da altri farmaci.
L’epirubicina viene somministrata generalmente in meno di 15 minuti mentre la ciclofosfamide in un’oretta circa. Oltre a queste tempistiche, bisognerà aggiungere una trentina di minuti per la somministrazione di eventuali farmaci che prevengono gli effetti collaterali (ne parleremo tra poco). Inoltre, qualora si effettui la terapia ogni due settimane, 24-72 ore dopo la chemioterapia è necessario effettuare una puntura sottocute per aumentare i globuli bianchi (e anche di questo ne parleremo tra poco).
Passiamo adesso agli effetti indesiderati di questa terapia e alla loro gestione.
La prima considerazione da fare è che la terapia combinata epirubicina-ciclofosfamide è un trattamento nel complesso ben tollerato.
Gli effetti collaterali non sempre si manifestano e, qualora presenti, di solito sono in forma leggera al punto da non richiedere terapie supplementari.
Meno frequentemente può essere necessario adottare alcuni accorgimenti o assumere dei farmaci specifici per gestire gli eventuali disturbi.
Gli effetti indesiderati possono essere classificati in base al tempo di insorgenza. Cominciamo da quelli che possono manifestarsi nel corso di ore o pochi giorni.
Nelle prime 48 ore dopo la terapia, le urine potrebbero assumere una colorazione rosso-arancione. Non è un vero disturbo, ma dipende dal fatto che uno dei due farmaci, l’epirubicina, è di colore rosso.
La ciclofosfamide, invece, potrebbe irritare la vescica qualora ristagni lì per troppo tempo. Per questa ragione è importante bere adeguatamente ed evitare di trattenere l’urina nei primi giorni dopo la somministrazione della chemioterapia.
Nausea e vomito, che teoricamente potrebbero comparire nei primi giorni dopo la terapia, sono attualmente poco frequenti perché vengono somministrati preventivamente dei potenti farmaci antinausea. Il vostro oncologo potrebbe prescrivervi dei farmaci antivomito preventivi da prendere per un paio di giorni dopo la terapia. In questi casi è importante assumere tali farmaci anche in assenza dei sintomi della nausea e del vomito.
Frequentemente, dopo un po’ di giorni dalla prima terapia si potrebbe avvertire un cambiamento dei gusti o degli odori. Questa alterazione scompare quando si finisce questo trattamento. Qualora questo disturbo interferisca con la vostra alimentazione o notaste un calo del peso, è importante comunicarlo al vostro oncologo o al nutrizionista per eventuali accorgimenti dietetici.
Dopo un po’ di giorni dalla terapia potreste sentire una maggior stanchezza.
Questo disturbo si risolve spontaneamente ma potrebbe trovare beneficio con una adeguata attività fisica, qualora non vi siano controindicazioni.
Un suggerimento importante è quello di prestare attenzione alla luce solare. Infatti questa chemioterapia aumenta la sensibilità ai raggi UV del sole per cui è raccomandabile evitare l’esposizione solare diretta nelle ore più calde della giornata.
Alcuni effetti collaterali possono insorgere dopo diversi giorni o anche settimane dall’inizio del trattamento oncologico. la diminuzione dei globuli bianchi e in particolare nei neutrofili, chiamato tecnicamente neutropenia, è un evento relativamente frequente ma che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente e non richiede terapie specifiche; nei casi in cui il calo dei globuli bianchi sia particolarmente marcato o prolungato nel tempo è possibile effettuare delle punture sottocute, chiamate fattori di crescita granulocitari, per ripristinare i giusti livelli dei neutrofili.
In chi effettua la terapia ogni due settimane queste punture vengono somministrate in via preventiva.
È bene tenere a mente che quando i globuli bianchi diminuiscono c’è un maggior rischio di contrarre infezioni; se quindi nel corso della terapia doveste avere febbre è importante comunicarlo subito al vostro oncologo.
Meno comune è il calo dei globuli rossi e decisamente più raro quello delle piastrine. Anche in questi casi, di solito, l’alterazione non richiede terapie specifiche, sebbene esistano delle punture di eritropoietina in grado di aumentare la produzione di globuli rossi da utilizzare in casi selezionati.
La terapia con epirubicina-ciclofosfamide potrebbe inoltre irritare le mucose, cioè il rivestimento interno della bocca, del naso e dell’intestino, potrebbero comparire piccole ulcere in bocca, nel naso o diarrea. Come suggerimento generale, è importante mantenere una corretta igiene della bocca aiutandosi anche con collutori privi di alcool. In caso di diarrea è raccomandato bere molto per evitare di disidratarsi e potrete consigliarvi con il vostro oncologo su quale farmaco assumere e come adeguare l’alimentazione.
Nel corso delle settimane si potrebbe manifestare un’alterazione delle unghie, che potrebbero danneggiarsi o diventare più fragili. Il suggerimento è quello di non esporre a traumi o sottoporre a sforzi le unghie, come togliere etichette o grattare oggetti. L’applicazione di smalti al silicio potrebbe essere benefica avendo comunque cura di non usare solventi aggressivi contenenti acetone per la loro rimozione.
Dopo 3-6 settimane dall’inizio della terapia generalmente si verifica la perdita dei capelli e dei peli. Una volta terminato il trattamento, dopo qualche mese i capelli torneranno a crescere, talvolta anche mossi o ricci. Per sapere come gestire nel migliore dei modi la perdita di capelli o dei peli vi invito a guardare il nostro video dedicato a questo argomento.
Dopo alcune settimane, potrebbero manifestarsi anche delle modeste alterazioni cognitive, come una ridotta memoria o la necessità di più tempo per trovare la parola giusta o compiere attività mentali complesse. Sebbene anche questo disturbo migliori progressivamente una volta finita la chemioterapia, può essere utile aiutarsi con un diario per tenere nota dei vari impegni giornalieri. Suggerisco, inoltre, di discutere con il vostro oncologo le possibili varie strategie efficaci per gestire al meglio questo disturbo.
Per quanto riguarda eventuali effetti collaterali tardivi, quindi ad insorgenza dopo diverse settimane o mesi dall’inizio della terapia, va segnalato l’affaticamento del cuore. Sebbene la maggior parte delle persone non sperimenterà mai questa tossicità, verrà comunque effettuato regolarmente un ecocardiogramma, cioè un’ecografia del cuore, per tenere sotto controllo questo aspetto.
Molto più raramente questa terapia potrebbe aumentare il rischio di avere altri tumori, per esempio tumori del sangue. Sebbene questo possa apparire un controsenso, va sottolineato come il rapporto tra i rischi e i benefici legati a questa terapia appaia sicuramente a favore dei benefici.
Un’ultima considerazione per le donne che non sono ancora andate in menopausa.
Il trattamento potrebbe facilitare o accelerare la comparsa di menopausa, con conseguente blocco del ciclo mestruale. A volte, anche in relazione all’età della donna, se il ciclo si è fermato durante il trattamento, una volta finito potrebbe ritornare. È comunque importante segnalare che in caso di età fertile, pur in assenza di ciclo mestruale, per tutta la durata della terapia, si dovrà usare un’adeguata contraccezione con metodi a barriera.
Fintanto che si effettua il trattamento, l’eventuale comparsa di effetti indesiderati sarà monitorata con regolari visite oncologiche e, prima di ogni somministrazione della terapia, saranno effettuati degli esami del sangue. In generale, in caso di effetti indesiderati gravi o prolungati o comparsa di febbre con temperatura superiore a 38° è importante chiamare subito l’oncologo.
Vi ricordiamo infine che, finché si effettua questa terapia va evitato il consumo di pompelmo perché potrebbe ridurre l’efficacia del trattamento.
Abbiamo visto insieme i possibili effetti indesiderati legati alla terapia con epirubicina-ciclofosfamide. Ci tengo a sottolineare che questi sono, per l’appunto, possibili, cioè non è detto che debbano manifestarsi. E, infatti, nella maggior parte delle persone questa terapia ha una buona tolleranza e permette di mantenere uno stile di vita normale.
Bene, spero che questo video generale e descrittivo sulla terapia epirubicina-ciclofosfamide vi sia stato utile, che vi abbia offerto degli strumenti pratici per gestirla al meglio e vi abbia dato degli strumenti di riflessione da condividere con il vostro oncologo.
Se volete potete lasciare un commento o condividere il video. Se avete delle domande o delle curiosità scriveteci pure qua sotto.
Dal CRO vi salutiamo e ci vediamo nel prossimo video.

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