Calo dei globuli bianchi

Calo dei globuli bianchi

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La diminuzione dei globuli bianchi è un effetto tipico di numerose terapie antitumorali ed è quindi importante riconoscerlo e gestirlo correttamente.
Che Cosa sono i globuli bianchi?
I globuli bianchi, chiamati in medicina leucociti, sono quegli elementi che compongono il nostro sistema immunitario e ci aiutano a difenderci dalle infezioni.
Esistono diverse tipologie di globuli bianchi o leucociti, i più “famosi” si chiamano linfociti e neutrofili. E proprio sui neutrofili ci concentreremo.
I neutrofili sono uno dei globuli bianchi più importanti perché rappresentano una delle prime barriere che abbiamo contro le infezioni. Possiamo immaginarli come delle guardie del corpo, attivi 24 ore su 24.
Alcune terapie antitumorali possono diminuire il numero di queste guardie, cioè possono ridurre per un certo periodo di tempo il numero di neutrofili.
Quando il valore dei neutrofili scende troppo potrebbe diventare più facile prendere delle infezioni.
Cosa si intende con diminuzione dei globuli bianchi?
A questo punto nasce una domanda: come capire se si hanno i neutrofili diminuiti? Come si può sapere se si è a rischio di avere un’infezione? La risposta è: con l’emocromo.
L’ emocromo è quell’analisi del sangue in cui si contano i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine. Questo è il referto di un emocromo preso dal nostro laboratorio del CRO di Aviano. Qui alla linea leucociti possiamo vedere il loro numero totale. A destra è indicato il loro valore minimo e massimo.
In oncologia, come anticipato prima, è più utile concentrarsi su un tipo di leucociti cioè i neutrofili, che troviamo indicati più sotto. Questo perché le terapie antitumorali tendono a far diminuire soprattutto i neutrofili.
Prima di procedere, un’ulteriore specificazione.
Come potete notare esistono due voci relative ai neutrofili [img5]: il valore in percentuale e il valore assoluto. Per capire se i neutrofili sono diminuiti non va mai considerato il valore percentuale ma sempre quello assoluto.
Questo perché se, per esempio, i neutrofili sono molto bassi ma lo sono anche tutti gli altri leucociti, il valore percentuale dei neutrofili potrebbe essere apparentemente normale, mentre solo il valore assoluto ci mostrerà una reale diminuzione. In questo emocromo potete notare che i valori assoluti dei neutrofili sono normali.
Quando c’è una diminuzione dei neutrofili?
In generale Sotto 1.5 i neutrofili sono considerati diminuiti.
Ma non tutte le diminuzioni sono uguali. Infatti, tra 1.5 e 1.0 il calo è lieve.
Tra 1.0 e 0.5 il calo è maggiormente significativo e necessita una maggior attenzione.
Sotto 0.5 il rischio di infezioni aumenta per diventare molto alto sotto il valore di 0.1.
Una nota: in alcuni laboratori il valore assoluto dei neutrofili non viene espresso come, per esempio, come 1.5 ma come 1500, quindi è importante prestare attenzione a questo dettaglio.
Quando avvisare il proprio oncologo?
L’oncologo vi dirà, in base al vostro contesto clinico, per quali valori è bene informarlo. In generale, è utile inviare una segnalazione per valori dei neutrofili inferiori a 1 o 1.5 o in caso di febbricola, cioè di incremento della temperatura tra 37° e 38°.
È, invece, molto importante avvisare tempestivamente il proprio oncologo in caso di riduzione dei neutrofili sotto gli 0.5 o comparsa di febbre con temperatura maggiore o uguale a 38°C.
Il contatto con il medico è importante sia per poter gestire al meglio il calo dei neutrofili o dell’eventuale infezione, sia per sospendere temporaneamente la terapia antitumorale fino alla normalizzazione dei valori dei neutrofili.
Qual è la cura per il calo dei neutrofili?
Vediamo adesso qual è la cura per il calo dei neutrofili, come si può prevenire la loro diminuzione e alcuni piccoli ma efficaci gesti per ridurre il rischio di avere infezioni. Infine vedremo anche alcune domande frequenti su questo tema.
Nella maggior parte dei casi la diminuzione dei neutrofili è temporanea e lieve. Ciò significa che i valori ritorneranno ad aumentare spontaneamente senza bisogno di utilizzare farmaci specifici. Invece, nei casi in cui il calo sia grave o si pensi possa durare a lungo, è possibile usare dei farmaci specifici che aumentano i leucociti e quindi anche i neutrofili.
Questi farmaci si chiamano fattori di crescita granulocitari e sono delle punture che si fanno sotto la pelle una volta al giorno per il periodo necessario, generalmente per qualche giorno. Queste punture sono molto efficaci nell’aumentare i neutrofili. In alcune persone i fattori di crescita granulocitari potrebbero dare un po’ di febbre e dolori alle ossa. Questi disturbi generalmente si possono prevenire o risolvere prendendo del Paracetamolo un paio di ore prima della puntura e poi ogni 8 ore secondo necessità.
È invece possibile prevenire il calo dei neutrofili?
La risposta è sì. Per prevenire il calo dei neutrofili è possibile utilizzare le stesse punture di fattori di crescita granulocitari di cui abbiamo parlato poco fa.
È importante notare che la terapia preventiva con i fattori di crescita granulocitari viene fatta solo se il trattamento antitumorale ha un’alta probabilità di causare una significativa diminuzione dei neutrofili o se la persona ha delle caratteristiche individuali che la pongono a rischio di avere una importante diminuzione delle difese immunitarie. In questi casi, le punture andranno fatte a partire da 24-72 ore dopo la terapia antitumorale per una durata di 1-6 giorni.
Consigli per ridurre il rischio di avere un’infezione
Passiamo ora ai consigli da attuare nella vita di tutti i giorni per ridurre il rischio di contrarre un’infezione, soprattutto in caso di calo dei neutrofili.

  1. Lavarsi le mani regolarmente. Questo diminuisce il rischio di rimanere a contatto con microorganismi nocivi. Lavarsi le mani, con acqua e sapone o con un gel alcolico, è particolarmente importante dopo che si è stati in un mezzo pubblico, dopo essere stati in bagno, dopo aver toccato carne o pesce crudi o dopo aver toccato un animale.
  2. Lavarsi regolarmente, facendo una doccia al giorno.
  3. Curare l’igiene orale lavandosi regolarmente i denti e usando collutori senza alcol.
  4. Evitare di tagliarsi, graffiarsi o ferirsi, per esempio evitare di radersi con le lamette. In caso di giardinaggio è suggeribile indossare guanti da lavoro. Anche in cucina, quando si taglia il cibo, è conveniente indossare dei guanti protettivi. In caso di ferite, disinfettare l’area e continuare a medicarla fino a quando non è guarita.
  5. Verificare lo stato del proprio dispositivo per infondere i farmaci, come il Port o il PICC. Soprattutto per chi ha un PICC o un PORT è importante controllare giornalmente che la pelle attorno a loro non sia arrossata. In questo caso avvisare l’ambulatorio accessi vascolari, se si abita vicino al CRO o il proprio medico se si abita distanti.
  6. Evitare luoghi affollati e contatti con persone che hanno infezioni, inclusi il raffreddore e l’influenza.
  7. Evitare carne, pesce e uova crudi e altri alimenti crudi. Frutta e verdura, invece, possono essere consumate crude, ma vanno prima lavate bene sotto l’acqua corrente e, preferibilmente, sbucciate.
  8. Evitare di raccogliere o pulire le feci degli animali.
  9. Per chi è appassionato di giardinaggio è consigliato evitare il contatto con il compost.
  10. Imparare a riconoscere i primi segni di un’infezione per poterla curare subito. Tenete a casa un termometro e misuratevi la temperatura non vi sentite bene. Altri indizi di infezione possono essere brividi, bruciore ad urinare, tosse o catarro.
3 domande frequenti
Passiamo ora a tre domande frequenti che vengono spesso fatte su questo tema .
  1. La prima: è possibile velocizzare la risalita dei neutrofili con la dieta o con qualche altro metodo naturale?
    La risalita dei livelli di neutrofili è spontanea ma richiede un po’ di tempo. Il ruolo della dieta è quello di evitare carenze nutrizionali che potrebbero ostacolare questa risalita.
    In questa ottica una dieta sana e varia, senza eccessi o estremismi è quanto è raccomandato.
    Salvo casi specifici non è necessario assumere integratori o consumare in quantità elevate specifici cibi.
  2. La seconda domanda frequente è: se si ha avuto un calo dei neutrofili dopo una terapia antitumorale questo si ripresenterà ogni volta dopo la terapia?
    La risposta, fortunatamente, è no. Il calo dei neutrofili può essere un evento isolato. Se si ha avuto un calo dei neutrofili si potrà fare una breve pausa dalla terapia antitumorale per permettere la loro risalita. Questo non solo non compromette l’efficacia della terapia ma consentirà una miglior tolleranza al momento della ripresa.
    A volte, però, la sola pausa dal trattamento potrebbe non essere sufficiente. In questi casi è possibile ricorrere a due diverse strategie. La prima è la somministrazione di fattori di crescita granulocitari preventivi, cioè le punture per aumentare i neutrofili vengono fatte prima che questi possano calare.
    Una seconda strategia è quella di personalizzare il dosaggio della terapia antitumorale.
  3. La terza domanda frequente è: quando i neutrofili sono bassi, per precauzione, bisogna prendere gli antibiotici?
    Nella maggior parte delle situazioni gli antibiotici non sono necessari e, anzi, possono essere nocivi in quanto causa di antibiotico resistenze.
    Gli antibiotici, infatti, vengono utilizzati quando compare un’infezione. Tuttavia, nei casi di severa e prolungata diminuzione dei neutrofili, è possibile che il medico decida di fare una terapia antibiotica preventiva.
    L’antibiotico, in ogni caso, va preso solo se prescritto dal proprio medico.
Bene, spero che questo video vi sia stato utile. Se volete potete lasciare un commento o condividere il video. Se avete delle domande o delle curiosità scriveteci pure qua sotto. Dal CRO vi salutiamo e ci vediamo nel prossimo video.

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